Descrizione
CANALE DI RIVOLI VERONESE O INCANALE, SECONDO LE FONTI STORICHE
Un possibile itinerario di visita.
(Testi e foto di ORNELLA CAMPAGNARI)
IL FORTE “LA TAGLIATA”
La fortificazione fu edificata dagli Italiani nel 1884 in una zona strategica della valle, a ridosso del Monte Cordespino e vicino all’Adige, importante via di comunicazione e di scambi commerciali e a sbarramento della strada Canale Zuane.
Costruita con regolari conci di pietra rimase in perfette condizioni fino agli anni Ottanta del secolo scorso quando venne, purtroppo, parzialmente distrutta per consentire il passaggio della strada provinciale.
Ora è di proprietà privata del sig. Cristofaletti Renato.
CHIESETTA DI S. ZENO A INCANALE
Chiesetta romanica costruita intorno al 1000 con l’impiego di tegole, mattoni e laterizi romani del luogo. E’ una delle più antiche della Val d’Adige.
Visitata nel 1796 dai soldati di Napoleone fu oltraggiata e in buona parte distrutta.
Il campanile a base quadrata, che si eleva da un basamento di roccia per 18 metri, costruito con l’utilizzo di ciottoli fluviali dell’Adige si è conservato molto bene.
Dell’unica navata, sono rimaste intatte le mura perimetrali, la soglia e gli stipiti dell’ingresso principale.
Suggestivo l’arco che si apre sull’abside da cui emergono affreschi, entrambi di recente restauro.
CHIESA PARROCCHIALE DI S. LUCA
Nel 1600 la Chiesetta di S. Zeno ha bisogno di restauro, si preferisce però costruirne una nuova nel nucleo più abitato, anche se verrà successivamente riparata e benedetta e resterà comunque la Chiesa importante per i fedeli.
La nuova Chiesa istituita parrocchia nel 1597 è ampliata nel 1681.
Rimodernata e affrescata tra il 1921 e il 1922 è completamente restaurata nel 1975.
PAESAGGIO CARSICO E INCISIONI RUPESTRI A INCANALE
Lungo la Via Corone, che da località Villa di Incanale prosegue sopra Tessari, Preabocco e Brentino per arrivare a Pozza Gallet e continuare quindi verso il Santuario della Madonna della Corona, a sinistra, si innalza il Monte Cordespino.
A destra spiccano ampi lastroni di roccia levigati dal passaggio del ghiacciaio, IV glaciazione “Wurn”, finemente lavorati dall’acqua, con la complicità del calcare presente nella roccia.
Tra questi lastroni sono nascoste incisioni paragonabili a quelle di san Vigilio e a quelle della Val Camonica, da cui si differenziano per l’inversione di rilievo, dovuto al calcio contenuto nella roccia sciolto e solidificato nell’incisione stessa.
Sono state riconosciute una cinquantina di figure tra le quali si distingue quella “antropomorfa steliforme suddivisa in tre registri”, con altre rappresentazioni più complesse alla sua sinistra.
Gli studiosi non sono concordi sulla loro datazione: per Bagolini e Nisi sarebbero da collocare nella prima età dei metalli (metà III, fine III millennio a. C.), mentre per Gaggia e Fasolo sarebbero di età più recente.
IL MONUMENTO A NAPOLEONE
Voluto da Napoleone ed eretto nel 1806, in località Torte, sull’altura antistante la piana dell’Adige, a ricordo dell’ importante e vittoriosa battaglia e dei Caduti francesi.
Nel 1814 gli Austriaci, nuovi conquistatori, vogliono disfarsi del cimelio della loro sconfitta e nell’intenzione di far saltare in aria il monumento demoliscono la colonna in stile dorico , la guglia ed altri elementi decorativi: di questi restano solo alcuni pezzi ai piedi dell’imponente basamento di marmo bianco attualmente rimasto: altre pietre sono state vendute o riutilizzate.
Di seguito, due visioni del monumento: una da sud con sfondo il Monte Cordespino. una da nord, con sfondo il Forte di Rivoli. Due resti rimasti a terra.
Bibliografia:
“Guida ai forti austriaci ed italiani del M.Baldo, della Val d’Adige e di Pastrengo” CTG M.Baldo, Caprino. Conoscere il territorio veronese/ 1.”
“Monumenti della fede nel Vicariato di Caprino” di Mario Marangoni.”
“I quattro vicariati e le zone limitrofe: rivista semestrale della Biblioteca di Ala, giugno 1973, M. Marangoni.”
“Bollettino Centro Camuno Studi preistorici 1974.”
“Bagolini Nisi 1981. Fasolo Gaggia 1980. Bagolini 1984.”
“ Gli uomini, la terra, la fede di Cristini Virginia, 2007.”