Descrizione
La peculiare posizione geografica di Rivoli Veronese allo sbocco della Valle dell’Adige ed a presidio della Chiusa Veneta ne hanno fatto fin dalle epoche più remote un centro demico di fondamentale importanza per il controllo strategico della viabilità terrestre e fluviale di congiunzione del Centro Europa con il Bacino del Mediterraneo, in particolare delle pianure danubiane con le fertili plaghe padane.
Alle remote piste paleolitiche correnti sul fondo della Val Lagarina si è sovrapposta, in epoca romana, la Claudia Augusta cui è seguita, nel Medio Evo, la strada imperiale (l’odierna statale dell’Abetone e del Brennero) percorsa nel ‘700 dagli artisti del “Grand Tour” (Goethe e Heine in primis). La recente realizzazione dell’Autobrennero che si sviluppa per buona parte del suo percorso sulla precedente viabilità romana, ha dato vita ad un asse stradale di transito e di trasporto di fondamentale importanza economica e sociale in ambito europeo. L’antropizzazione, se non al paleolitico superiore ove si pensi al vicino Riparo Soman, data quantomeno dal neolitico al quale risalgono le tracce di insediamenti rinvenuti sulla Rocca e risultati appartenere alla Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata. Intorno al 1100 sulla Rocca di Rivoli esisteva una fortificazione. Una leggenda racconta che, mentre il conte Gualfardo signore di questo castello era corso in Lombardia a combattere il Barbarossa, la fortezza della rocca veniva attaccata dalle truppe tedesche del principe Marcualdo discese dal Tirolo. All’interno del castello Emma, moglie di Gualfardo, opponeva con pochi uomini eroica resistenza. Quando le truppe tedesche riuscirono ad espugnare la Rocca, l’intraprendente castellana riuscì a salvarsi travestendosi da Monaco.
Sulla soglia della chiesetta interna alla fortezza, il finto monaco con il crocifisso in mano, intimò in nome di Dio l’alt ai soldati tedeschi.Gli scavi archeologici effettuati sulla rocca alla fine degli anni ’70, promossi dalla locale Pro-loco ed eseguiti dagli archeologi inglesi dell’università di Birmingham e Cambridge, portarono alla luce, oltre a varie suppellettili ed armi, anche i pochi resti (mura perimetrali e parte del pavimento) di una chiesetta. Rivoli fu di nuovo teatro di battaglia il 14 gennaio 1797, quando le truppe napoleoniche impegnate nella campagna d’Italia, affrontarono l’esercito austriaco, che agli ordini del generale Alvinczy, sembrava dovesse avere la meglio. L’esercito austriaco che godeva di superiorità numerica (27.000 austriaci a fronte di 15.000 – 20.000 Francesi), aveva circondato i francesi, ma questo si rivelò essere un errore; Napoleone, presente sul posto e coadiuvato da valorosi generali quali Joubert, Massena e Berthier, riuscì a ribaltare la situazione riportando la vittoria dopo una cruenta battaglia nella quale caddero morti o feriti 5.556 uomini, di cui 2180 francesi e 3376 austriaci.
Questa battaglia fu importante sia per l’avanzata dei francesi nel cuore dell’impero austro-ungarico,sia per Napoleone che, con questa vittoria, dimostrò ai francesi e a se stesso di essere un abile stratega. Per esaltare il sacrificio dei suoi soldati e per ricordare la gloriosa vittoria di Rivoli, Napoleone, intitolò una via di Parigi: “Rue de Rivoli” e fece erigere sul campo di battaglia un imponente monumento costituito da una colonna che raggiungeva i 20 metri d’altezza. Questo monumento fu abbattuto dagli austriaci nel 1814, dopo la caduta di Napoleone. Oggi nella piana di Canale, nel punto dove sorgeva il glorioso monumento, vi è un mausoleo, nei pressi del quale giacciono i resti dei combattenti francesi caduti nella battaglia. Inoltre per onorare il suo valoroso generale André Massena, che si distinse durante la battaglia, Napoleone lo nominò duca di Rivoli. Nell’atrio d’ingresso del municipio è stato posto il busto di André Massena prince d’Essling-duc de Rivoli, donato nel 1902 alla comunità di Rivoli dal nipote che volle perpetuare il ricordo del prode antenato.
In centro a Rivoli vi è il Museo Napoleonico e del Risorgimento che raccoglie una preziosa collezione di armi, uniformi e documenti dell’epoca, nonché un plastico che ricostruisce la dinamica della battaglia. Durante la guerra d’indipendenza questa località fu oggetto di nuovi combattimenti. Nell’estate del 1848 alcune divisioni dell’esercito piemontese si scontrarono vittoriosamente contro le truppe austriache del maresciallo Radetzky. Alcune spoglie di soldati piemontesi, tra cui il capitano dei bersaglieri Carlo Prola, giacciono sepolti nel cimitero di Rivoli. Infine, sulle colline dell’anfiteatro morenico si possono ancora scorgere segni delle trincee che gli italiani costruirono durante la prima guerra mondiale.